Siamo in pieno inverno, nei giorni che dovrebbero essere i più freddi dell’anno e stiamo assistendo a delle temperature diurne decisamente troppo “primaverili”.
Guardando le montagne non si vede neve sulle cime e, mentre molti si preoccupano del non poter andare a sciare neanche quest’anno, se non su della finta neve artificiale, noi siamo preoccupati per le riserve d’acqua che verranno a mancare durante l’estate.
Di notte le temperature scendono anche di molto al di sotto dello zero, facendo gelare tutto ciò che non ha una copertura come riparo.
Il problema per le piante è lo sbalzo termico tra notte e giorno che genera uno stress per il continuo riadattarsi a una condizione climatica che passa dallo sfavorevole all’invitante per la loro crescita. Ovviamente questo favorisce anche la proliferazione di malattie nelle poche verdure che ormai rimangono nell’orto, come marcimi e muffe, che patiscono molto di più questo continuo cambio piuttosto che una condizione di gelo, ma costante.
Sappiamo già che ci saranno dei ritorni di freddo magari a marzo o aprile e ormai abbiamo capito che cercare più di anticipare i trapianti primaverili per avere prima della verdura nuova è inutile: preferiamo arrivare una settimana dopo, ma non rischiare di perderla per una gelata tardiva.
Sarà controtendenza, ma preferiamo seguire davvero le stagioni (che cambiano) piuttosto che rimanere ancorati a degli schemi fissi di ciò che è definito come “frutta e verdura di stagione”.
Un inverno che sembra più una primavera
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Gen