Immaginati per un attimo che il tuo lavoro aumenti esponenzialmene tutto insieme in un unico periodo dell’anno. Immaginati poi di dover fare i conti con punture d’insetto di ogni genere (zanzare, tafani, ragni, vespe e a volte pure calabroni) e con un caldo torrido seguito da improvvise piogge torrenziali che ti costringono a tenere gli stivali di gomma anche se è luglio, ma soprattutto che rischiano ogni volta di distruggere il raccolto.

Dopo quello che è successo nei giorni scorsi in Lombardia e Veneto guardiamo le previsioni meteo con ancora più apprensione e osserviamo il cielo con la speranza di essere graziati. Ci eravamo preparati psicologicamente (e anche praticamente) ad affrontare un’altra estate di siccità e invece siamo immersi nel fango come se fosse ottobre.

Non ci piace lamentarci, perchè in fondo l’abbiamo scelto noi questo lavoro, perché ci crediamo, perché per noi è importante, ma in questi ultimi anni è diventato ancora più faticoso e difficile lavorare durante l’estate. Sarà anche che non abbiamo più trentanni, ma soprattutto sono le prospettive di un futuro incerto dal punto di vista climatico che ci preoccupano di più.

Per questo stiamo valutando alcuni cambiamenti nel nostro modo di lavorare durante l’estate che possano portare a un maggior benessere psicofisico: perché luglio non è più sinonimo di vacanze e mare (anche se pure noi ci fermeremo un po’ ad un certo punto), ma di fatica e incertezza.

L’unica cosa per cui salviamo luglio sono i pomodori che restano la verdura preferita dell’estate e che ci salvano molti pranzi e anche qualche cena in cui la voglia di cucinare rasenta lo zero assoluto.

Purtroppo da questa settimana non troverete più in listino i mirtilli perchè non garantiamo più di riuscire a raccolgiene di sani (le continue piogge rovianano i frutti), ma faremo del nostro meglio per selezionarli e quel che riusciremo a salvare lo porteremo al mercatino del sabato.