Komorebi è la luce che filtra
tra le foglie degli alberi
![](https://www.villaggioverde.org/agri/wp-content/uploads/2021/01/komorebi-scaled.jpg)
Nella lingua giapponese esistono delle parole che non possono essere tradotte con un solo termine, ma hanno bisogno di più parole per rendere il significato.
Komorebi (木漏れ日) è la luce che filtra tra le foglie degli alberi, un momento breve, ma inteso, che esprime uno stato d’animo, una sensazione che è sfuggente, come i raggi di sole che filtrano tra le foglie degli alberi di un bosco. Una sensazione magica, ma allo stesso tempo anche malinconica, che ci ricorda l’impermanenza e la mutevolezza costante di tutte le cose.
La quotidianità in Giappone è regolata da una serie di norme e da una gestualità alla cui base c’è una gentile cortesia e il rispetto per la natura: molte parole esprimono questi sentimenti nascosti di gentilezza racchiudendoli negli ideogrammi (i caratteri cinesi da 漢 (Kan) cinese e 字 (Ji) carattere)
![](https://www.villaggioverde.org/agri/wp-content/uploads/2021/01/komorebi.png)
Komorebi (木漏れ日) è formato dagli ideogrammi di albero+filtrare+sole
木: albero
漏れ: filtrare
日: sole
Con questo termine composto si identifica il tenue fascio luminoso che penetra tra le foglie degli alberi donando luce alla foresta.
Ieri è venuto a mancare un nostro caro amico e vicino di casa, tra i fondatori e primi abitanti del Villaggio Verde, abbandonando un corpo ormai debilitato dalla malattia, aggiungendosi alla conta di quelli già lasciati da un’epidemia che rende tragicamente difficile la vicinanza fisica agli ammalati e ai loro cari nel momento in cui ne avrebbero più bisogno.
La sensazione di vuoto e di sospensione che lasciano le morti senza poter assistere e salutare un ultima volta il corpo fisico, rendono ancora più difficile l’elaborazione del lutto. Sembra che non sia successo e che la persona possa tornare da un momento all’altro come ha sempre fatto. La nostra mente prova a difendersi da qualcosa che non riesce a comprendere e che ci fa soffrire.
Per seguire le sue volontà verrà piantato un albero per lui qui al Villaggio Verde, il luogo in cui ha scelto di vivere, che è stata la sua casa e allora ogni volta che la luce filtrerà tra le foglie di quell’albero sarà come se una parte di lui tornasse qui per salutarci ancora.
Buon viaggio Gian.