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Riflessioni sulla Festa della donna

Riflessioni sulla Festa della donna

Ha ancora senso oggi festeggiare la “Festa della donna”?
Più che un’occasione di riflessione sociale sulla condizione della donna, sembra diventata l’ennesima operazione commerciale, ma tinta di rosa.


La storia di questa giorno, la “Giornata Internazionale della Donna”, è legata alle trasformazioni sociali che hanno attraversato il Novecento ed è nata per festeggiare le conquiste sociali, politiche ed economiche raggiunte dalla donne negli anni. Una celebrazione che è nata agli inizi del ‘900 negli Stati Uniti, quando le suffragette combattevano per ottenere il diritto al voto e che in Italia si incominciò a festeggiare ufficialmente solo nel 1946, dopo la Seconda Guerra Mondiale e la caduta del fascismo.
Ma la strada che porta a una vera parità di genere è ancora in salita.


Nessuno ha il diritto di sentirsi superiore all’altro: questo è quello che da madre cerco di trasmettere ai miei due figli maschi, che per ora sono ancora dei bambini piccoli, ma che domani vorrei diventassero degli uomini consapevoli e rispettosi di tutti gli esseri umani, senza distinzione di genere.


Credo molto nel ruolo dell’educazione per la costruzione di una società migliore, dove una donna non si debba sentire inadeguata o sottomessa, dove una donna non venga giudicata solo per il suo corpo, dove una donna abbia le stesse possibilità di un uomo di trovare un lavoro che che la appaghi e non solo la mantenga, dove una donna non debba aver paura di viaggiare da sola, dove una donna non venga discriminata quando diventa madre o che tale ruolo non le venga imposto, dove una donna abbia le stesse possibilità di un uomo di seguire i propri sogni e i propri ideali.


Quando smetteremo di festeggiare l’8 marzo vorrà dire che avremo raggiunto la consapevolezza del valore che meritano le donne in ogni parte del mondo ogni giorno dell’anno: forse si potrebbe iniziare regalando un po’ meno mimose e un po’ più rispetto.
Voi cosa ne pensate?

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