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Anno Internazionale della frutta e della verdura

Anno Internazionale della frutta e della verdura

L’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato il 2021 come l’Anno internazionale della frutta e della verdura: sensibilizzare l’opinione pubblica in merito all’importanza del consumo quotidiano di frutta e verdura sembra una cosa scontata, ma non lo è affatto, visto che la maggioranza della popolazione non arriva neanche al minimo consigliato.


Una persona adulta dovrebbe infatti consumarne almeno 5 porzioni al giorno (corrispondenti a circa 400 grammi) cercando di variare il più possibile in termini di varietà e tipologia, consumandola sia cruda che cotta, seguendo il ritmo delle stagioni e del proprio territorio.

Sono alimenti che vengono introdotti nella dieta fin da bambini, con lo svezzamento a partire dai 6 mesi di età, e andrebbero mantenuti, come regolari componenti di una alimentazione sana, lungo tutto l’arco della vita.
Secondo la FAO e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, frutta e verdura sono infatti componenti essenziali per una dieta sana essenziali per la prevenzione di vari tipi di patologie.

Mangiare frutta e verdura significa avere un apporto insostituibile di fibre, sali minerali, vitamine e sostanze antiossidanti, contenute in quantità variabili nei diversi alimenti.
Andrebbero consumati quanto più possibilmente nella loro interezza di foglie, gambi, bucce, semi: le parti che normalmente vengono scartate sono spesso più ricche, dal punto di vista nutrizionale, delle parti “nobili” (classico l’esempio della buccia di mela).

Quando abbiamo iniziato questo lavoro eravamo consapevoli dell’importanza nella dieta della frutta e della verdura, ma non credevamo che fosse necessario effettuare un lavoro quotidiano, costante, per far conoscere e diffondere un approccio ai cibi vegetali senza pregiudizi e che stimoli la curiosità. Nel tempo abbiamo anche potuto scoprire quanto l’interconnessione tra ciò che mangiamo, le modalità in cui il cibo è prodotto e la salute dell’intero pianeta sia sostanziale, insieme alle buone pratiche ecologiche, per affrontare la sfida più grande che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi anni: quella dei cambiamenti climatici che purtroppo non sono più solo una minaccia, ma una realtà.

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